Come già annunciato, a partire dal prossimo mese di ottobre la Società sarà impegnata in una serie di iniziative dedicate alla storia del porto di Savona ed alla sua marineria.
Un progetto tra i più cospicui – speriamo destinato a durare nel tempo – é la ricerca e pubblicazione sistematica di fonti e notizie sulle costruzioni navali in legno, certamente tra le eccellenze del sistema produttivo locale a partire dal pieno Medioevo.
Quale assaggio dell’iniziativa, riportiamo un sintetico articolo di Piero Pastorino, che sta schedando e studiando le testimonianze tra Otto e Novecento. In questo caso, egli si é dedicato a Francesco Calamaro, uno dei maggiori costruttori navali savonesi, ricordato in una delle vie cittadine.
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Dopo l’annessione della Liguria, uno dei primi obiettivi del regno di Sardegna e poi d’Italia fu ricostruire la flotta mercantile. E da tutte le spiagge liguri si vararono centinaia di bastimenti per cercare di soddisfare la crescente domanda. Capitani e armatori avevano necessità di brigantini, golette e brigantini a palo e i nostri cantieri li varavano ad un ritmo impressionante. A Savona, sulle spiagge sotto gli spalti della fortezza e a levante della foce del Letimbro, si allineavano i bastimenti in costruzione senza soluzione di continuità e venivano varati in numero incredibile.
I costruttori che si distinsero furono Tixi, Dabove, Guastavino, Pongiglione, Calcagno, Consigliere, Ciarlo, Gardone, Cadenaccio, Magnano e altri. Ma su tutti primeggiarono la dinastia dei Calamaro e Francesco Sirello, che vararono degli autentici gioielli di velieri. Molti dei costruttori elencati erano artigiani erranti, che si spostavano dovunque ci fosse la disponibilità di un arenile; i Calamaro e Sirello operarono invece esclusivamente a Savona.
Francesco Calamaro nel monumento sepolcrale nel cimitero di Zinola
Il capostipite dei Calamaro fu Nicolò, a cui si attribuisce la paternità di almeno due filuche; ma il grande iniziatore fu Francesco Calamaro (Savona 31/3/1814 – 27/1/1866) che fece il salto di qualità, iniziando a costruire, giovanissimo, bellissimi brigantini. Alla sua morte, il testimone passò ai nipoti Emanuele (28/12/1846 -16/2/1932), Giuseppe (23/4/1844 -22/2/2/1909) e Gio Batta (27/11/1847 – 10/2/1919). Una sua nipote sposò il summenzionato Francesco Sirello, autore di scafi di prim’ordine.
Quando Francesco Calamaro morì, a soli 52 anni, il mondo della marineria savonese mostrò tutto il suo rispetto ed affetto per colui che aveva creato scafi rinomati in tutto il mondo. Si costituì un comitato, presieduto dal capitano-armatore Fortunato Ottone, per raccogliere i fondi per un monumento da erigere nel vecchio cimitero della Foce e il Comune concesse il terreno gratuitamente. Nell’Archivio di Stato di Savona si trova la documentazione concernente il progetto*, con le richieste e le discussioni in giunta.
Sulla lapide si legge: L’/artefice supremo/ benedisse/ di pellegrino inteletto/ l’anima semplicetta e immacolata/ del popolano/ Francesco Calamaro/ che nel magistero delle costruzioni navali/ ne porse ammirate testimonianze/ indimenticabili/ alla marina ligure./ Onori inconsueti solenni/ vide il feretro/ dell’uomo lagrimato/ da tutti/ che qui vollero onorata in lui/ la santità del lavoro libero/ l’immortalità dell’ingegno povero.
Tuttavia i più bei monumenti a Francesco Calamaro sono elencati sui Registri di Classificazione dei Bastimenti del Rina e del Lloyd’s Register di quegli anni, menzionanti i suoi velieri che hanno trafficato in tutti i mari del mondo. Citerò solo alcuni brigantini: San Giuseppe (1850); Annetta (1851); Letimbro (1852); Maria Teresa (1855); Pietro (1857); Chiabrera (a palo, 1859); Tonino (1861); Elisa (1862); Elisa Drago (1862); Giuseppino (a palo, 1862); Due Fratelli (1863); Assunta (a palo, 1863); Italia (a palo, 1865).
Infine, nel 1866 costruì la nave goletta Vincenzo ed il brigantino a palo Mariquita, considerato dallo storico della marineria Gio Bono Ferrari come il suo capolavoro. Molti di questi velieri hanno storie interessanti, avventurose o tragiche. Ne fanno fede, tra l’altro, gli ex voto conservati e le notizie sui giornali dell’epoca.
Ex voto del comandante dell’Annetta, conservato nel Santuario del Boschetto di Camogli, per il figlio caduto dall’albero sul ponte dei calafati.
La Società Savonese di Storia Patria sta cercando di ricostruire le vicende storiche di quel momento fondamentale della storia navale, costituendo una anagrafe dei bastimenti (oltre il migliaio) varati dai cantieri di Savona e provincia. Purtroppo la maggior parte dei registri marittimi è andata perduta. Siamo pertanto alla ricerca di testimonianze, lettere, immagini e documenti conservati dalle famiglie savonesi che ci aiutino a far luce su quel periodo.
Piero Pastorino
* Il disegno allegato al progetto si trova in Archivio di Stato di Savona (Comune di Savona, serie III, busta 101/17). L’autorizzazione alla pubblicazione sul sito é stata richiesta il 15/7/19.