Il fascicolo numero trentasei del Progetto Toponomastica Storica è dedicato a Murialdo nella valle Bormida savonese. La metodologia seguita nella ricerca parte dall’esame di documenti scritti, per larga parte inediti, e procede con la verifica sul campo della loro localizzazione.
Le fonti utilizzate sono costituite da alcuni documenti medievali, dalle inedite Conventiones con il marchese di Finale del 1434, dagli atti notarili di Francesco Alaria (1517-20), da uno smembrato registro catastale di inizio del XVII secolo, dagli Status animarum e da altre fonti conservate negli archivi parrocchiali (1692-1845) e privati, oltre ad alcuni documenti d’insieme (1817-1956) che ci trasmettono i principali toponimi e la loro evoluzione nei secoli.
Il fascicolo è stato curato dal responsabile del Progetto, Furio Ciciliot, e da Antonello Merialdo, che si è dedicato soprattutto alla ricerca archivistica e alla localizzazione dei toponimi. Un ringraziamento particolare al Comune di Murialdo che ha patrocinato il lavoro e, inoltre, alla locale Pro Loco, all’associazione Murialdo: Arte e Storia, ai signori Enzo Cerrato e Giancarlo Decastelli che hanno contribuito fattivamente a sostenerlo.
Geografia del territorio comunale di Murialdo
Il territorio di Murialdo è in provincia di Savona al confine con quella di Cuneo, attraversato dalla Bormida di Millesimo che scorre in una valle spesso incassata tra i boschi, che coprono oltre il 90% della sua superficie, una delle più elevate in Italia; il comune ha una superficie di circa 37 Km2 e una popolazione di 845 abitanti. Le differenze altimetriche vanno dai 469 metri sul livello del mare del fondovalle, al confine con Millesimo, ai 1.224 del monte Camulera, situato interamente nel territorio comunale.
Gli insediamenti principali sono situati nei fondovalle dove la vallata si allarga leggermente e alcuni di essi hanno preso il caratteristico termine geografico di Isola Grande e Isoletta. Alcuni altri insediamenti sono inseriti sulle pendici meglio esposte, quelle che guardano a meridione (Pastori, Massimina, Pallareto, Conradi, Riofreddo), comunque mai molto lontani dal fiume.
Il polo insediativo principale è situato su un nodo viario importante fin dall’epoca antica, quello rappresentato dal ponte sulla Bormida, guardato dal castello medievale e, dirimpetto, dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo, dall’oratorio di Sant’Agostino e dalla vecchia sede comunale. Subito a monte e a valle del Ponte, si trovano i servizi attuali di Murialdo – sede comunale, scuole, servizi finanziari e postali, i negozi – ed i principali insediamenti.
Dal punto di vista economico, Murialdo fu sede di attività produttive come ferriere e fornaci da calce e furono anche coltivate alcune miniere che davano lavoro a una buona percentuale di popolazione.
Lo sfruttamento del bosco, i castagneti e una modesta agricoltura di sussistenza contribuivano al sostentamento della popolazione. In anni recenti è stata chiusa la cartiera che rappresentava la principale industria della parte alta della vallata.
Da segnalare come, intorno al monte Camulera, sia situata un’area boschiva piuttosto ampia che ancora oggi ha mantenuto l’isolamento anche per la mancanza di insediamenti e di strade che la percorrano.
Nel complesso anche la Bormida ha mantenuto le proprie caratteristiche di fiume pulito anche se soggetto ogni tanto a piene rovinose che non giungono però ad intaccare le parti più antiche degli insediamenti.
Evoluzione storica e amministrativa del territorio di Murialdo
Il punto nodale del territorio murialdese è rappresentato, come detto, dal ponte, presso cui si trovano i principali monumenti medievali. Proprio il fatto che il fulcro sia un ponte conferma una costante della storia murialdese, località di passaggio tra la Riviera e la pianura piemontese, cerniera tra diversi stati, società ed economie.
Reperti rinvenuti e un monumento in apparenza precedente al 1033, data in cui compare per la prima volta il nome di Murialdo (Miravaldo), si trovano però in una posizione lontana dal ponte. Alcune monete massaliote provengono infatti dall’Almarossa, nei pressi di un grotta a pozzo, profonda circa cinquanta metri, alla quale sono legate presenze leggendarie, mentre un itinerario in apparenza molto antico si trova sul crinale confinario con il Piemonte, segnato da una chiesa medievale, San Giovanni della Langa.
Rivestono un certo interesse due toponimi che in Liguria sono molto spesso legati a insediamenti antichi, preromani o altomedievali: Castellaro tra le località Baduoli e Brigneta, già citato nel 1519, e Casteirolo, dai Pastori. Il Castellaro di Brigneta, non lontano da Comunalia di sospetta origine antica, era fino ad ora passato inosservato perché trascritto sulle carte recenti come Castelletto.
Le ipotesi più accreditate del toponimo Murialdo lo fanno risalire ad una forma onomastica personale di originale germanica e quindi cristallizzata all’inizio del medioevo. Per opportuni confronti, ricordiamo che in Piemonte, in Comune di Castelnuovo don Bosco (At), si trova un insediamento quasi omonimo (Morialdo). Come vedremo, in territorio comunale sono comunque numerosi i toponimi di sospetta origine germanica, possibile indizio di un insediamento altomedievale.
Per tutto il corso del Medioevo, Murialdo è legata alla dinastia dei Ceva, di cui rimane un evidente stemma sul castello e un significativo toponimo al confine con Castelnuovo di Ceva (pian del Nano), soprannome attribuito al marchese Giorgio II Ceva, vissuto a cavallo tra XIII e XIV secolo.
Altri toponimi significativi sono tramandati lungo il confine con lo stato di Finale, derivati da finis-confine, come monte Finalino, Fidodonna (finis dominii) e Basu Domine che potrebbero anche rimandare ad epoche antiche.
Con il tardo Medioevo, Murialdo entra nell’orbita del marchese di Finale che nel 1434 accorda delle Conventiones agli abitanti del luogo, il documento più antico conservato nell’archivio storico comunale.
La chiesa di San Lorenzo ed il vicino oratorio di Sant’Agostino conservano pregevoli affreschi del XV/XVI secolo. La chiesa riveste un carattere di monumentalità e si contrappone al castello, situato nell’altro versante della vallata, distante poche centinaia di metri. Alcune campagne di scavo condotte nell’area del castello, rilevabile anche nell’immagine di copertina, ne hanno rivelato l’estensione e il carattere particolare che doveva rivestire all’epo-ca della sua costruzione.
I secoli successivi seguirono le vicende delle altre vallate fino all’epoca contemporanea in cui il territorio comunale si è manutenuto pressoché lo stesso descritto nel catasto dell’inizio del XVII secolo.
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In epoca medievale a Murialdo esistevano proprietà delle abbazie di Santa Maria di Castiglione (Fidenza-Parma, citata nel 1033) e di San Pietro in Varatella (Toirano – Savona, 1440). Nel 1325 il territorio faceva parte della pieve di Priero e quindi della diocesi di Alba. Attualmente è nella diocesi di Mondovì a cui concorre con tre parrocchie: quella antica di San Lorenzo al Ponte (prime citazioni nel secolo XV), e quelle molto più recenti di Sant’Antonio Abate, a Valle (1817), e della Beata Vergine degli Angeli, a Riofreddo, chiesa citata nel 1725, ma eretta in parrocchia nel 1915.
Confini comunali attuali di Murialdo; principali toponimi indicati con la grafia attuale.