Il prossimo 24 novembre, Luca Finco presenterà in Storia Patria una ricerca che sta svolgendo con la nostra collaborazione dal titolo “La pietra nelle costruzioni savonesi medievali (secoli XI-XIV)”, ricerca sviluppata dopo numerose precedenti esperienze, pubblicate in specifici interventi e collaborazioni scientifiche. Riportiamo di seguito un articolo sulla sua metodologia di lavoro, in attesa di poterne ascoltare i primi risultati, che si preannunciano ricchi di novità. (fc)
Quiliano (SV), San Pietro in Carpignano. Analisi macrofotografica.
Nel savonese si dispone di varia materia prima abile per le costruzioni, in particolare affiorano rocce metamorfiche. Non tutti i diversi tipi di pietra adoperati nelle architetture civili e religiose dei secoli XI-XIV, però, sono autoctoni. La ricerca vuole inquadrare per l’epoca medievale questi usi ed i riusi di manufatti più antichi, approfondendo la cultura tecnica degli artigiani impegnati nei cantieri. Ad esempio, la fornitura di san Pietro in Carpignano verosimilmente deriva da fasi edificatorie precedenti; la sua varietà diventa una risorsa per le maestranze, come testimoniato nella realizzazione policroma della porta ad arco falcato in cui i conci lapidei vengono abbinati ai laterizi. Nei paramenti del complesso di piazza Brandale la differenziazione dei materiali pare legata invece a condizioni contingenti, a necessità della fabbrica. La pietra usata negli esterni delle torri talvolta definisce il basamento, come anche a Noli, mentre per l’elevato si predilige il mattone.
Savona, angolo via Vacciuoli. Basamento in bugnato con diverse lavorazioni.
La metodologia dello studio è di tipo non convenzionale, caratterizzata da un ampio campo operativo in cui si ha la possibilità di valutare sia gli aspetti materici sia le loro possibili connessioni con il territorio ed il contesto. Si tratta di un approccio interdisciplinare che risulta efficace nell’approfondire la conoscenza del vissuto di un bene nei casi in cui le fonti documentarie siano scarse o del tutto assenti. Il metodo richiede un’interazione fra contributi petrografici, architettonici e storici. Gli apporti derivati dalle singole discipline si intersecano in un reciproco scambio di informazioni che diventa proficuo quando riesce a chiarire l’intero ciclo di trasformazione della pietra, dall’origine alla messa in opera, dalla cava al cantiere. In quest’ottica perciò, necessariamente, la pietra deve essere considerata non solo bene fisico da esaminare in modo oggettivo, ma anche in quanto testimonianza storica, come se fosse essa stessa un documento.
Savona. Torri urbane.