Il titolo dato all’articolo inedito di Piero Pastorino è ironicamente speculare ad uno precedente, «I velieri del grano», pubblicato su questo sito il 29 marzo scorso.

Come è evidente, la sua ricerca sulle costruzioni navali del XIX-XX secolo, ormai giunta alla fine con il volume prossimo alla stampa, permette una ampia messe di notizie e curiosità che saranno divulgate sistematicamente sul sito e, speriamo, con altri media tradizionali.

Di seguito, si riportano stralci del testo, interamente e liberamente scaricabile.

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Piero Pastorino

I velieri del guano

(…) Le più famose “miniere” di guano, o guaneras, erano soprattutto le peruviane Islas Chinchas: quando Humboldt le visitò i depositi raggiungevano un’altezza di 35 metri.

I velieri dovevano prima recarsi a nord, al Callao (il porto storico presso Lima) per ottenere il certificato per poter caricare, poi rifornirsi di acqua e provviste in previsione di un’attesa che poteva risultare molto lunga. Stessa procedura per caricare il guano a Islas Lobos de Afuera.

Dopodiché andavano all’ancora, aspettando il loro turno. Caricare il guano in quegli isolotti esposti al cattivo tempo non era uno scherzo, né una cosa veloce: il guano veniva accumulato in cima a quelle scogliere a picco sul mare e poi, per mezzo di lunghe “manichette” di tela, scaricato o direttamente sulle navi (se il tempo e l’abilità del capitano lo permettevano), oppure su delle lance che facevano la spola tra le manichette e il bastimento. I mezzi di estrazione erano veramente rudimentali. (…)

Piero Pastorino, I velieri del guano (pdf, 1,6 Mb)

 

 

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