La valle Bormida ha avuto, in passato, saldi legami con le valli genovesi: le migrazioni stagionali da Sassello, Campo Ligure, Masone, Capanne di Marcarolo verso la val Bormida erano sistematiche ed annuali. Dalle ferriere di quelle terre giunsero mastri ferrai, alla fine del Cinquecento, per impiantarsi in quelle valbormidesi e qui rimasero. L’impronta della loro presenza appare forte nell’alta valle con il tipico tetto a scandole dell’area sassellese, ma molte altre sono le peculiarità che uniscono queste terre a noi.

Millesimo (Sv), piazza Italia (foto Santino Mammola)

Altrettanto saldi e costanti nel tempo sono i legami con il Cebano e la valle Tanaro, terre unite alla valle Bormida da legami antichi e da confini di stato che – se ne complicavano le relazioni – non riuscivano, peraltro a cancellarne l’afflato di fratellanza che si manifestava in vari modi. Terre in cui i movimenti commerciali ed i transiti di pellegrini medievali costituivano fonti di interscambio culturale ed economico, contribuendo a fare della valle un coacervo di molteplici identità e di molteplici apporti sociali.

Masone (Ge), museo Tubino (foto del museo)

Ulteriori elementi che uniscono queste terre sono, indubbiamente, le loro condizioni presenti, con i problemi connessi allo spopolamento dei centri minori, con il degrado dell’ambiente e la cancellazione del patrimonio, materiale e soprattutto immateriale, di queste comunità ricche di tradizioni e, spesso, di peculiarità pressoché uniche.

Murialdo (Sv), museo di Riofreddo (foto fc)

Come risposta a queste difficoltà sono sorte in ambito piemontese e ambito ligure iniziative a difesa di quei valori locali importanti e minacciati dal consumismo imperante: i musei locali e le associazioni culturali finalizzate alla tutela del proprio patrimonio nel tempo hanno saputo preservare e talvolta rivitalizzare tradizioni e saperi antichi, oggi riconosciuti come degni di tutela storica e come elementi identitari delle proprie comunità.

Ma questo associazionismo culturale, queste operazioni spesso felicemente realizzate, comportano molte difficoltà e molteplici risorse umane, nonché l’esigenza di strumenti sempre più attuali ed efficaci, per poter essere all’altezza dei tempi: Sono associazioni che richiederebbero forze superiori a quelle attuali, nonché legami saldi tra le varie realtà per avere una visione più ampia ed efficace del presente e delle sue sfide.

Ceva (Cn), porta Tanaro (foto fc)

Con queste finalità è nata a Millesimo la giornata di studi “Musei e luoghi di cultura dell’entroterra: promozione e valorizzazione” (Millesimo, oratorio disciplinanti di San Gerolamo, sabato 5 ottobre, ore 15.00) che unirà in un abbraccio ideale queste terre, unite dalle loro realtà museali ed associative, che discuteranno assieme le loro problematiche. Un modo per approfondire antiche amicizie e rinsaldarne di nuove, unendo donne e uomini, giovani e meno giovani, che condividono l’amore per la propria terra.

Questa giornata, voluta ed organizzata dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri – Sezione Valbormida e dalla Società Savonese di Storia Patria, con il patrocinio del Comune di Millesimo in coda alla Festa del Tartufo, non sarà quindi finalizzata ad un intento meramente celebrativo, ma sarà un momento di riflessione e di ricerca di comuni percorsi culturali, senza che nessuno voglia rivendicare centralità, o primati.

Hanno aderito all’iniziativa: Associazione Bal do Sabre (Bagnasco Cn); Museo Civico Andrea Tubino (Masone, Ge); Associazione Ceva nella Storia – Museo Storico Città di Ceva (Ceva, Cn); Museo del Vetro (Altare, Sv); Associazione Amici del Sassello – Ente Gestore Museo Perrando (Sassello, Sv); Museo dei Paramenti Sacri (Bormida, Sv); Museo C’era una volta (Riofreddo-Murialdo, Sv).

Carmelo Prestipino

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