Nelle valli delle Bormide (aree di Millesimo, Pallare e Plodio) sono presenti rocce incise con figure antropomorfe e con coppelle, in alcuni casi associate a tombe a incinerazione risalenti all’età del bronzo e del ferro ed a massi – altare, probabilmente realizzati come punti focali del sito.
Nel territorio in questione queste associazioni di rocce incise e reperti significativi potrebbero essere testimoni della presenza di aree di culto.
Sul massiccio del Beigua, nelle valli dell’Orba e della valle Stura – parte del Beigua Geopark, sito Unesco – l’arte rupestre si concentra su siti pastorali e di alta quota con caratteristiche iconografiche del tutto diverse da quelle valbormidesi, con “affilatoi”, segni schematici e cruciformi che mostrano interessanti analogie con i contesti alpini e nord-mediterranei, come il Portogallo o la Spagna.
La posizione di queste rocce è simile a quella delle rocce valbormidesi, con una forte prevalenza di segni lungo i sentieri antichi, su vette o vicino a sorgenti o corsi d’acqua.
La presenza di affilatoi profondi – predominante nelle zone di Alpicella, Val di Vara e Valle Stura – solleva alcuni interrogativi sulla loro funzione o significato, poiché evidenzia collegamenti con il mondo del Nord-Mediterraneo, differenziandosi nettamente dall’iconografia comune all’arte rupestre alpina italiana.
Carmelo Prestipino terrà una conferenza didattica dal titolo Le incisioni rupestri del monte Beigua e della Valbormida savonese il giorno di martedì 10 aprile alle ore 16.00 (aula Magna del Liceo Chiabrera Martini, via Aonzo, Savona), nell’ambito di Sabazia 2018. Storia di Savona e del territorio savonese, ciclo di incontri organizzato dal Liceo Chiabrera Martini di Savona e dalla Società Savonese di Storia Patria.
La cosiddetta Roccia Issel, detta anche rupe dell’Acquasanta, sul massiccio del Beigua.