Tra la documentazione medievale presente a Savona, riveste un particolare rilievo la prima pergamena di Ferrania, datata 5 gennaio 1097, il cui originale si conserva nell’Archivio di Stato di Savona. Per la sua datazione è uno dei più antichi documenti locali.

La pergamena fa parte di un fondo documentario – acquisito dallo Stato una ventina di anni or sono – che contiene molta altra documentazione importante sull’istituzione valbormidese. Già alcuni anni prima dell’acquisto pubblico, quando era ancora in mano privata, il Fondo Ferrania era stato fatto fotografare da Angelo Salmoiraghi e studiato in collaborazione con Massimo Sangalli che, in una memoria inedita consegnata alla Storia Patria, mettono a confronto le varie redazioni del documento del 1097. Gli appunti qui riportati derivano dalla loro accurata ricerca.

Feranica 2

Citazione di Ferrania (de loco feranica) nella pergamena del 1097

La pergamena riporta, tra l’altro, i confini del territorio della canonica di Ferrania, in alcuni casi di difficile definizione; tale territorio diventerà, nel XX secolo, la base operativa della grande industria chimica omonima. Nell’XI secolo, il territorio di Ferrania comprendeva “case e altri immobili, vigne, terre arabili, gerbidi, prati, pascoli, … rive, rupi, … castagneti, rovereti e altri alberi da frutto” e ad esso erano collegati i diritti locali di caccia e pesca.

Esistono alcune edizioni a stampa di diverso valore e  si conoscono finora quattro copie della pergamena, oltre all’originale savonese: una pergamena coeva e mutila, consultata da Giulio Cordero dei Conti di San Quintino, ma non più rintracciata; una copia rogata ad Alba nel 1315; una copia rogata dal notaio Bono Saliceto nel 1333, non più disponibile; e, infine, una copia molto interpolata effettuata a Savona nel 1534.

La storia dei documenti e del relativo territorio sarà affrontata nel convegno, dedicato a Ferrania, il prossimo 9 giugno. Il paleografo Domenico Ciarlo sta definendo una ulteriore trascrizione della pergamena del 1097, purtroppo giunta a noi con parte del peso dei suoi quasi mille anni.

Condividi