Presentazione
Il fascicolo numero trentotto del Progetto Toponomastica Storica è dedicato a Dogliani (Cn), centro di quasi cinquemila abitanti situato ai margini delle Langhe nella valle del torrente Rea, affluente del Tanaro.
La documentazione alla base del lavoro è rappresentata da alcuni documenti medievali – costituiti soprattutto dal Liber Franchisiarum Doliani e da atti dei notai liguri – oltre a registri conservati nel locale archivio storico comunale come il Libro delle Trabie (1641) ed i catasti (1677 e 1793).
La localizzazione dei toponimi è avvenuta, oltre che in base ad interviste orali, anche sulla scorta di una mappa della seconda metà del XIX secolo, attribuita a Giovanni Battista Schellino, conservata nel Civico Museo Storico Archeologico “Giuseppe Gabetti”.
Oltre al responsabile del Progetto (fc), autore soprattutto delle ricerche sulle fonti scritte e dei testi generali, ha partecipato attivamente alla ricerca Giuseppe Martino, presidente degli Amici del Museo, che con la sua approfondita conoscenza della storia e del territorio ha contribuito a curare il fascicolo ed a localizzare i toponimi rinvenuti. Il lavoro vede la luce con il patrocinio del Comune di Dogliani.
Geografia del territorio comunale di Dogliani
Il territorio comunale di Dogliani è di circa 35,9 Km2: il suo centro storico è suddiviso tra una parte collinare dove si trova il castello tardo medievale e la chiesa di San Lorenzo, ed una parte pianeggiante, alla sua base, lungo il corso del torrente Rea, sulla quale convergono le principali strade tra la Riviera e la piana piemontese.
Si tratta di un importante centro agricolo, conosciuto soprattutto per gli estesi vigneti e noto da secoli per il vino dolcetto, denominazione oggi riunificata sotto la denominazione “Dogliani” con un apposito disciplinare del 2011.
Il paesaggio, costituito dalle colline delle Langhe che da Murazzano digradano dolcemente verso il Tanaro, in alcune parti presenta ancora settori con una vegetazione naturale – specialmente lungo la valle del rio Gamba, del torrente Riavolo e l’alta valle del torrente Rea – dove sono conservati residui di bosco e limitate zone a pascolo, ma è preponderante il paesaggio collinare a vigneto che lo segna in molti punti in maniera esclusiva.
La differenza tra l’altitudine minima e massi-ma è di meno di quattrocento metri, essendo il territorio compreso tra 230 e 618 metri sul livello del mare. Anche i punti più elevati non presentano rilevanti formazioni rocciose. L’e-voluzione demografica della popolazione ha raggiunto un proprio punto di equilibrio poco al di sotto del cinquemila abitanti, quanti già erano nel primo censimento del Regno d’Italia (1861), raggiungendo il tetto massimo di circa seimila nei primi decenni del Novecento, per ritornare poi sotto i cinquemila nel secondo Dopoguerra.
La frammentazione amministrativa di questa parte del Piemonte risulta evidente dall’alto numero di territori comunali confinanti con Dogliani, ben dieci, alcuni dei quali per pochissimo spazio (Lequio Tanaro, Cissone, Bossolasco e Bonvicino). Di alcuni di tali Comuni, quelli in cui il numero di residenti è più limitato, Dogliani continua a rappresentare un pun-to focale e di riferimento per i principali servizi.
Oltre che dal centro storico, gli insediamenti sono rappresentati da una numerosa serie di cascine e gruppi di case individuati dai nomi dei proprietari, proprio per questo difficili da seguire nella continuità toponomastica storica per le variazioni di proprietà e causa di potenziale origine di fraintedimenti. (fc)
Dogliani Borgo, cupola della parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo e Monviso sullo sfondo.
Evoluzione storica e amministrativa del territorio di Dogliani
L’istituzione del museo storico-archeologico, la cui inaugurazione é avvenuta nel 1983, ha permesso di conservare quanto rinvenuto nel territorio, rendendo facilmente fruibili momenti importanti delle vicende più remote.
In particolare, risulta subito evidente come i reperti più antichi provengano da alcuni siti lun-go il torrente Rea: dalla scoperta di tombe romane nei pressi della chiesa di San Quirico, a monte dell’attuale centro storico in piano, alla presenza della pieve e di conseguenti altri resti, a valle di esso.
Tra i due estremi di San Quirico e della pieve si situa l’insediamento attuale lungo il Rea ed il sovrastante castello tardomedievale, tra l’altro proprio di fronte ad una collina conosciuta oggi nella lingua locale come Castellero, quin-di con un potenziale, ma finora solo presunto, ricordo di insediamenti più antichi.
Anche altre parti del territorio comunale presentano un certo interesse: sono quelle da cui provengono alcuni reperti preistorici (pile di Valdibà) e, soprattutto, la misteriosa testa che abbiamo ripreso nella nostra copertina, fatta risalire alla media età del Ferro e quindi precedente la romanizzazione. Purtroppo, la testa fu rinvenuta nel reimpiego di un edificio, quindi non in giacitura originaria facendo perdere preziose indicazioni. I numerosi materiali romani ritrovati sembrano poter confermare l’origine del toponimo da un nome personale di cui conosciamo alcune varianti come Doius e Dullius, accettabili per la formazione del nostro.
Per quanto riguarda la tarda romanità e l’alto Medioevo può esserci di aiuto la toponomastica segnalando, nei pressi di un titolo a San Colombano, quindi potenzialmente imposto nel VI-VII secolo, la presenza di un insediamento indicato come Casale che potrebbe far sospettare una cronologicamente parallela struttura agricola produttiva.
Il primo documento scritto di Dogliani risale al 1095, in copia del XIII secolo: in esso Dogliani risulta al femminile (in potestate Doliana, aggettivo concordato con potestas); nella documentazione successiva è sempre di genere maschile, sia al singolare sia al plurale.
Data al 1168 il secondo documento conosciuto, trascritto da Conterno dall’originale conservato all’Archivio di Stato di Torino, in cui lo studioso corregge anche una trascrizione antica che aveva letto in esso un toponimo Brella, da lui corretto in Roreto. Nei secoli tardo medievali, Dogliani é strutturata come oggi appare.
Riusciamo a ricostruire molte delle vicende storiche di Dogliani da registri o raccolte documentarie piemontesi e liguri. Di particolare interesse il Liber Franchisiarum Doliani, pubblicato da Giuseppe Barelli. Si tratta di un registro membranaceo del XV secolo – riportante documenti precedenti e conservato nella biblioteca Adriani di Cherasco – fonte primaria delle complesse vicende doglianesi medievali: dai rapporti con la Liguria, soprattutto di tipo commerciale, a quelli con i marchesi di Saluzzo fino a quando, nel 1595, il territorio non entrò nel ducato di Savoia, pur continuando a mantenere una propria individualità.
Dal punto di vista documentario e di ricostruzione del territorio vale la pena segnalare il Libro delle Trabie del 1641, conservato nell’archivio storico comunale, dove sono accuratamente descritte le circa centocinquanta trabie – suddivisioni territoriali – che strutturavano il territorio doglianese.
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Attualmente Dogliani appartiene alla provincia di Cuneo. Dal punto di vista ecclesiastico, dal 1817 fa parte della diocesi di Mondovì, dopo essere stato inserito in quelle di Alba e di Saluzzo. Sono presenti due parrocchie: San Lorenzo, in borgo Castello, con il titolo di arcipretura, e Santi Quirico e Paolo, in borgo Maggiore, con il titolo di prevostura.
Nel territorio sono officiate numerose altre chiese e cappelle, come risulta evidente dalla Cartina 1, che riporta anche i principali toponimi trascritti nella forma attuale. (fc)
Cartina 1. I confini del Comune di Dogliani, i principali toponimi e i monumenti attuali. Sono state incorniciate e sottolineate le principali frazioni oggi presenti.