15. Toponimi del Comune di Mioglia

a cura di:

Furio Ciciliot, Francesco Murialdo, Giovanni Venturi

toponimimioglia

Fond

Patrocinio: Comune di Mioglia, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.

Geografia del territorio comunale di Mioglia

 Il territorio di Mioglia è situato in Liguria al confine con il Piemonte. I comuni confinanti sono Giusvalla, Pontinvrea e Sassello (tutti in provincia di Savona); Pareto (Alessandria). Il suo territorio è esteso per poco più di 20 Kmq in cui risiedono 541 abitanti, la popolazione è quindi limitata e relativamente sparsa. I principali insediamenti sono, oltre al capoluogo, Carpenaro, Casone, Dogli e Schegli; gli ultimi due hanno assunto il proprio nome dal cognome dei residenti e/o fondatori. Negli ultimi quaranta anni la popolazione di Mioglia si è stabilizzata intorno ai cinquecento residenti, dopo essersi più che dimezzata rispetto alla metà del XIX secolo.

Geograficamente, il territorio comunale è composto da una serie di colline al cui limite orientale scorre sinuosamente il torrente Erro, corso d’acqua ancora integro dal punto di vista ambientale data la scarsa pressione antropica e la mancanza di fonti di inquinamento. Nei catasti sono nominati diversi altri ritani (corsi d’acqua). Oltre all’Ambrosio, ne ricordiamo altri citati nei catasti (in alcuni casi potrebbe trattarsi di varianti linguistiche dello stesso idronimo): Armizzola, Cardelina, Carzolina, Garroni, Graffi, Grafida, Lorino, Mirachino, Moiastrino, Nizzola, Scaglione, Scegli, Sciarei, Schiapati, Sorba, Vero e Vischa.

In comune di Mioglia si alternano in maniera equilibrata coltivi, prati e boschi. Dai catasti antichi si rileva che, come nei comuni vicini della valle Bormida, tra le più profittevoli coltivazioni dell’età moderna vi fosse la canapa, lavorata in fosse ed in fossati che hanno lasciato evidenti tracce. Si ricorda, infine, il particolare valore storico ed ambientale del bosco del monte Orsaro (ai confini con Spigno, Pareto e Giusvalla), nominato nella documentazione scritta genovese a partire dal XIII secolo per gli alberi di rovere utilizzati dalle costruzioni navali.

Evoluzione storica ed amministrativa del territorio di Mioglia

Per le sue caratteristiche geografiche di cerniera tra la costa e la pianura padana, la storia del territorio di Mioglia subì continue pressioni di vari antagonisti. Dal punto di vista insediativo non presenta caratteristiche spiccate ed appare come una serie di gruppi di case sparse di origine agricola.

La presenza di Miolia in un diploma imperiale del 967 ne indica già allora una precisa individualità ma riesce difficile localizzarne esattamente il nucleo focale. Sembra possibile che Mioglia nel X secolo vada ricercata sulla parte di territorio che gravita verso Pareto e la valle Bormida piuttosto che verso la valle dell’Erro. Sulla strada da Mioglia a Pareto si trova anche l’unico monumento medievale locale di cui si sia conservato qualche resto, un castello di modeste dimensioni della cui torre rimane l’immagine sfocata in una cartolina spedita nei primi decenni del XX secolo. Proprio nei pressi del castello, oltre ad un forse precedente Castellaro, compaiono anche alcune tracce toponomastiche di possibile origine altomedievale che fanno presumere in quei luoghi la presenza di un insediamento.

Tra i primi documenti conosciuti di Mioglia e della vicina Pontinvrea ve ne sono alcuni che riguardano donazioni marchionali, avvenute nel corso del XIII secolo, alle monache del Latronorio, centro religioso situato sulla costa nei pressi di Varazze. Con il progredire dei secoli l’importanza del Latronorio perde valore e Mioglia è staccata progressivamente da Pontinvrea, ricadendo sempre di più in orbita piemontese.

Le successive vicende di Mioglia sono legate, come detto, al suo essere territorio di confine tra Repubblica di Genova e Monferrato con alterne vicende e fortune: prima intervengono i genovesi Grimaldi, poi nel 1469 gli astigiani Scarampi che, nel 1536, ottengono per Mioglia dall’imperatore Carlo V la qualifica di feudo imperiale. Nel 1735/36 i Savoia sono riconosciuti definitivamente come signori del luogo, inserendolo nella provincia di Acqui.

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Mioglia, Sant’Andrea (foto di Lino Genzano)

Nel 1801, sotto l’amministrazione francese, Mioglia fu compresa nel dipartimento del Tanaro, circondario di Acqui; nel 1805, con l’annessione della Liguria all’Impero francesce, tale circondario fu aggregato al nuovo dipartimento di Montenotte. Nel 1814, con la restaurazione, è ricostituita la provincia di Acqui comprendente Mioglia. Con la riforma amministrativa del 1859, che soppresse numerose province – tra le quali Acqui e Savona – Mioglia fu staccata dal Piemonte e unita al circondario di Savona in provincia di Genova, seguendone da allora in poi i destini.

Il territorio di Mioglia, negli ultimi secoli, evidenzia una propria unitarietà e la densità abitativa si dovette mantenere modesta per tutto il corso della sua storia. Il paesaggio odierno non dovrebbe essere dissimile da quello medievale, dove radure anche vaste e campi coltivati si alternano a boschi e foreste.

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Dal punto di vista religioso Mioglia fa parte della diocesi di Acqui Terme e vi ha sede una sola parrocchia dedicata a Sant’Andrea apostolo. Oltre alle due altre cappelle principali, situate ai Dogli ed agli Schegli, ne esisteva una dedicata a San Martino da Tours, non più esistente, lungo la strada per Pareto.