a cura di
Furio Ciciliot, Francesco Murialdo, Giovanni Venturi
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Patrocinio: Comune di Albisola Superiore, Comune di Albissola Marina, Fondazione Agostino Maria De Mari-Cassa di Risparmio di Savona.
Geografia dei territori comunali
Le località storicamente chiamate Albisola sono tre: Albisola Superiore (tradizionalmente detta d’Alto), Albisola Capo ed Albissola Marina. Attualmente sono divise in due comuni: Albissola Marina – la sola scritta con ss – ed Albisola Superiore (che comprende anche Capo, oltre ad aver inglobato il comune di Ellera). I due comuni confinano con il mare. La superficie di Albisola Superiore è di 29,02 Kmq, il punto più alto del suo territorio è posto a 840 m (monte San Giorgio). Albissola Marina ha una superficie di 3,20 Kmq, il punto più alto del suo territorio è 441 m (monte Cucco).
Il principale corso d’acqua è il Sansobbia che divide le due attuali entità comunali nella piana alluvionale costiera, con uno sviluppo lineare di 21 km ed un bacino di 67 kmq. Riceve acqua da numerose grosse sorgenti una delle quali a Stella Corona, quella del Crivezzo, di circa 40 l/ms. Nel centro abitato di Ellera riceve il rio Montegrosso ed infine il rio Grana. Il principale affluente di sinistra è il Riabasco chiamato oggi, impropriamente, Rio Riobasco.
Albisola Superiore, San Pietro (foto f.c.)
Nel territorio dei due comuni scorrono anche i seguenti piccoli rivi che sboccano direttamente in mare: da ponente il Termine (una volta Redeponti), poi il Sodino, il Basci (o Bassi), il Garbasso e, a levante del Sansobbia, il Solco Grande (già rio San Pietro) e il Carrara (Carrea).
Fonte di conflitti con gli abitanti di Stella, il confine delle Albisole verso nord è rimasto invariato dal 1482 quando, il 17 ottobre, avvenne lo scontro tra albisolesi e stellaschi che fu sedato grazie all’apparizione della Vergine nella località in cui sorse il santuario della Madonna della Pace.
In seguito alla sconfitta dei savonesi da parte dei genovesi, per ragioni strategiche e militari, il I dicembre 1529 il confine verso occidente fu spostato dal ritano dei Bassi al ritano Redeponti, che da allora prenderà il nome di ritano del Termine. In seguito a tale arretramento del confine, i savonesi non poterono più controllare eventuali arrivi di eserciti o di navi dalla parte di Genova.
Il 9 giugno 1590, Antonio Belloto, vicario in Albisola, insieme con Bertone Seitone, Bernardo Onofrio, Francesco Seitone, Bernardo Morraglia e Giovanni Andrea Seitone, deputati del consiglio dell’università di Albisola, di fronte al notaio descrivono come segue i confini, valli, termini e torrenti di Albisola (il testo che segue è ripreso da: Russo 1908, documento 85, vedi Cartina 1):
E prima verso la città de Savona fra le confini di detta città et Albisola li è uno termine di marmore qualle divide dette fini mediante uno rittano chiamato Redeponti, (qual divide per retta linea dette fini perfino a una Colletta chiamato il muro di Odino) a presso del qual termine lì è una imagine de pietra della madonna murata. E alla banda di verso Savona di detta imagine della madonna lì era una tavola di marmore dove sonno descritte dette fini di Albisola e Savona. E da detta Colletta per sino al monte chiamato monte Cucho la costera divide detti fini.
E da detto Montecucho persino a un loco dove si dice la Chiapa della Fea medesmamente la costera divide. E da detto loco della Fea persino al loco chiamato la Croa e la Crida la costera divide. E vano dette fini per costera su per lo monte de Priocho. E dal detto monte de Priocho persino allo monte Galle (?) resta sopra la casa chiamata di Ferrere la costera divide. E dal detto monte chi resta sopra detta casa persino al rittano di Aqua Pendente la costera divide. In la quale costera lì restano li tri gioghi. E lì confina Savona Montenotte feudo di Milano. Elli sono dalla marina di detto ritano de Redeponti persino in detto loco miglia sette incirca.
E passata Aqua Pendente in la via publica andando verso Monte Notte a banda destra di detta via lì resta uno termine qualle divide li confini di Montenotte Savona et Albisola qual termine che divide detti confini … di Albisola tira per retta linea. In cima uno monte di detti tri gioghi sopra le moglie chiamate di Monte Notte sopra il qual già erano le forche.
E da detto loco si va verso il monte della Veircrosa (?) ed il monte di Ceve chiovendo acqua. E confini di Albizola e tra le confini della Veircrossa e di Ceve. In detti confini di Ceve fine di Albisola lì principia un ritano chiamato Bogni spandendo per la valle di Cerixola o sia Montegrosso.
E dal monte di Ceve persino a uno loco chiamato la Crocetta la costera divide. In questo loco della Crocetta li sonno termini qualli divideno le fini de Paretto dominio di Monferrato, la fine di Montenotte dominio di Milano con la fine di Albisola, e per dette confini di Albisola dal detto loco della Crocetta le principia un rittano chiamato delle Cerchie, elli son delli detti tri gioghi persino a detto loco della Crocetta dove sono detti termini miglia due e mezzo incirca.
E da detti termini della Crocetta persino ad un loco chiamato il piano del Giogo li sono termini che divideno la fine di Paretto fine della Stella e di Albisola dove per contra li sonno le moglie di Paretto. E verso la banda delle confini di Albisola per contradetti termini li è una Chiapa o sia Rocha Spartita. E da detto loco della Crocetta per sino in detto loco del Piano li è meso miglio incirca.
E partendosi dal detto Piano la costera divide la fine della Stella da quella di Albisola per sino al Piano e la costera dell’Alpetto. E dall’Alpetto persino ad uno loco chiamato Pria Vogliara la costera divide dette fini della Stella e Albisola elli è meso miglia incirca. E da Pria Vogliara sino al fiume di Sansobia la costera divide dette fini di Albisola e della Stella. E dentro di detti fini di Albisola a presso di detta Pria Vogliara li principia il ritano chiamato di Goresa (?) qualle spande in detto fiume di Sansobia.
E dal detto fiume di Sansobia andando verso un monte nominato Valdezaira la costera divide la fine della Stella et Albisola mediante termini e da Valdezaria persino al monte Battaglino ed al monte Battaglino persino al poggio Chijri (?) la costera divide detti fini di Albisola e la Stella. E da monte Chijri si traversa a uno monte che si chiama il poggio della Rama che confina con un loco nominato il pian del Pei fine di Albisola dalla qual traversa sino a detto monte la costera divide detti fini di Albisola e la Stella dal qual poggio della Rama li principia il rittano de Buraxe qual spande in lo fiume de Sansobia.
Et de ivi da detto poggio della Rama persino allo monte Ma. E da monte Ma persino alla Scalla delli Orbi la costera divide dette fini della Stella e Albisola e finita la costa di detta Scalla delli Orbi passando il torrente di Reabasco per contro li resta un rittano nominato il rittano de lo Massi qualle spande in detto torrente di Reabasco persino alla costa de valle Craniora detto rittano de lo Massi divide detti fini di Albisola e la Stella. E dalla costa e cima dello poggio di val Craniora persino alli Castiglioni delli Ponetti sino al rittano di Remeno la costera divide de fini di Albisola e la Stella. E passando il rittano di Remeno per contro li Castiglioni delli Ponetti li resta uno rittano nominato il rittano degli Scassi qualle ritano divide la fine di Albisola da quella di Celle. E dalla cima di detto ritano chiamata Cardemei andando per costera persino allo poggio de Ronco Grande per sino dove principia il rittano di Carrera la costera divide detti fini di Albisola e di Celle. E dal principio di detto rittano per sino al litto del mare detto ritano divide de fini di Albisola e Celle.
E dal loco chiamato il piano del Giogo persino al litto del mare dove finisce il detto ritano di Carrera li posson esser miglia diece incirca. E dalla marina di detto rittano di Carrera persino alla marina del rittano di Redeponti che divide la fine di Albisola e Savona vi possono essere da due miglia incirca.
Vogliamo in questa sede ricordare alcuni toponimi, non riportati nei documenti di seguito utilizzati, che rivestono un certo interesse ed ancora di uso comune: il campo della Darsena, a ponente della chiesa di San Pietro di Albisola Superiore (già citato nel 1537); la collina in cima ai Bruciati, chiamata briccu da Cruxe, per la croce postavi a protezione del paese dalle tempeste e dalle burrasche; i Rastrelli, all’inizio dell’attuale viale Faraggiana, dove erano situati i posti di controllo sanitari.
Ellera, Santa Maria Maddalena (foto f.c.)
Oggi le Albisole confinano a nord con i comuni di Cairo Montenotte, Pontinvrea e Stella, ad est con Stella e Celle Ligure, ad ovest con Savona; i rilievi maggiori sono il monte S. Giorgio (m 840) ed il Greppino (m 811). Attualmente, la piana costiera entro un chilometro dalla linea di costa è nella quasi totalità urbanizzata, mentre le colline ed i monti retrostanti si presentano in buona parte boscosi con alberi di castagno, leccio, rovere e faggio, erica e corbezzolo in cui vivono, tra gli altri, cinghiali, daini, caprioli e tassi. Gran parte della piana è argillosa ed anche per questo si sviluppò una consistente produzione di ceramiche, produzione già documentata nel Quattrocento, insieme con l’agricoltura principale attività economica degli abitanti fino a pochi decenni or sono.
Evoluzione storica ed amministrativa del territorio
Alcune testimonianze archeologiche del territorio albisolese risalgono, come detto, all’età del Ferro ed all’età imperiale romana e furono rinvenute anche in seguito a scavi archeologici sistematici, effettuati vicino alla chiesa di San Pietro, nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria.
Le prime notizie medievali di località situate nel territorio delle Albisole risalgono ad alcune proprietà delle abbazie di San Quintino di Spigno (AL) e di Santa Giustina di Sezzadio (AL). Nel 1122 e nei decenni successivi fu citato un ramo di signori locali che ebbero, probabilmente, sede nel castello sul colle del Castellaro. Successivamente, sotto Genova, le Albisole si congiunsero formando, come detto, una podesteria insieme con Varazze e Celle.
Le Albisole rimasero una unica entità territoriale sino al 1616 quando Albissola Marina, che già godeva di una certa autonomia, si costituì in comunità indipendente, pur mantenendosi entro la podesteria della Repubblica di Genova. Superiore ed Ellera si conservarono unite tra loro.
Con l’avvento della Repubblica Democratica Ligure anche Ellera, nel 1797, si stacca da Superiore, ma dopo due anni vi viene ancora riunita. Con le leggi organiche del gennaio/maggio 1803, Ellera si ricostituisce in comune autonomo – anche se l’effettiva attività inizierà il 25 aprile 1804 – che tale rimarrà sino al 18 febbraio 1929, quando un decreto governativo lo congiungerà definitivamente con Superiore.
Sino alla fine del Settecento, il nome Albisola era scritto con una sola esse. Con il periodo Napoleonico la grafia di entrambi i comuni fu riportata con doppia esse. Il timbro comunale di Superiore e la stessa carta intestata sono i primi ad essere scritti in tale modo. Verso la metà del XIX secolo, si inizia nuovamente a scrivere Albisola con una esse sola, forma che, progressivamente, prende il sopravvento ed è oggi la grafia ufficiale di Superiore. Albissola Marina invece ha mantenuto le due esse. Anche lo stemma dei due comuni è stato uguale – agnello coricato sormontato da una stella – fino al 12 febbraio 1930, data dalla quale l’agnello di Marina comparirà seduto.
Come abbiamo visto in precedenza, il confine del territorio delle Albisole – anche dopo la divisione di Marina e le separazioni e successive riunificazioni di Ellera – è quello del 1533, ma grandi proprietà del territorio appartenevano a famiglie genovesi, al vescovo di Noli ed alla comunità degli albisolesi.
In seguito alla separazione dei comuni, furono intentate numerose cause legali, mosse principalmente da Ellera, che riguardavano i boschi indivisi. Furono effettuate perizie, stime ed estrazioni a sorte che portarono a variazioni territoriali interne ai tre comuni. Ancora oggi Albissola Marina possiede proprietà in territorio di Albisola Superiore, nella parte di Ellera al confine con Stella (circa sei ettari a Giberto e tre ettari a Prunetta).
Albissola Marina, Cappella della Madonna di Misericordia (foto f.c.)
Le proprietà del vescovo di Savona in Albisola furono assegnate, nel 1385, a quello di Noli che le conserverà sino alla riunificazione delle due Diocesi. La divisione religiosa del territorio in parrocchie precede quella amministrativa e quando si formeranno i singoli comuni questi ricalcheranno il territorio attribuito a tali enti religiosi.
La prima parrocchia conosciuta è quella di Superiore, intitolata a San Nicolò e San Pietro che nel 1385 diventò commenda dipendente da quella di Prè a Genova. Dopo il concilio di Trento, oltre che per la parte religiosa, fu legata anche amministrativamente al vescovo di Savona. Altre terre e beni delle Albisole erano possedute dall’abbazia di San Quintino di Spigno (AL), da quella cistercense di Tiglieto (GE), dal monastero femminile di S. Giustina di Sezzadio (AL) e dall’abbazia di Santa Maria di Casanova (TO).
Quando la parte a ponente di Albisola apparteneva al comune di Savona, la chiesa parrocchiale di San Benedetto dipendeva dalla parrocchia di Sant’Andrea di Savona ma era proprietà dell’abbazia di Santa Giustina di Sezzadio. Nel 1538, Papa Paolo III concesse agli abitanti di Marina di erigere un’altra parrocchia intitolandola a Sant’Antonio abate (protettore dell’arte dei figuli). Sono ben documentate le controversie, anche con passaggi alle vie di fatto, che portarono alla soppressione delle due parrocchie fino a costituirne, nel 1598, una nuova dedicata a Santa Maria della Concordia.
La parrocchia di Ellera – località in cui già nel pieno medioevo sono documentati titoli a Santa Maria Maddalena ed a San Salvatore – fu istituita il 20 maggio 1628, riprendendo la dedicazione a Santa Maria Maddalena e successivamente mutandola in San Bartolomeo.
Nel Novecento, per la crescita demografica ed i nuovi insediamenti nella piana orientale del Sansobbia e di Luceto, sorgeranno due nuove parrocchie: al Capo, intitolata a Nostra Signora Stella Maris, ed a Luceto, intitolata a San Matteo.