Il fascicolo numero trentadue del Progetto Toponomastica Storica è dedicato a Spotorno, Comune della Riviera a ponente di Savona. La metodologia seguita nella ricerca si basa sull’esame dei documenti scritti, per la quasi totalità inediti, e procede con la verifica sul campo dei toponimi.
Le principali fonti usate sono rappresentate da documenti medievali, in particolare una vertenza per l’antica area boschiva dell’Iliceta di cui si conoscono numerose copie, da atti di notai vadesi del XV secolo e da catasti descrittivi (quello francese del 1798, conservato nell’Archivio di Stato di Torino, e altri di fine Ottocento, nell’Archivio di Stato di Savona).
L’utilizzo delle fonti e la metodologia applicata si sono rivelati utili per almeno tre ordini di motivi. Il primo è la trattazione in periodi storici diversi di dati sistematici ed omogenei che riguardano porzioni definite di territorio comunale. Il secondo è la testimonianza nei nomi rilevati del passaggio tra la toponimia più antica e quella nostra contemporanea. L’ultimo è stato il numero consistente di localizzazioni dei luoghi citati.
Come nei precedenti fascicoli, anche in Toponimi del Comune di Spotorno si sono considerati gli attuali confini comunali e, per il momento, solo accennate le analisi linguistiche rimandate a lavori successivi.
Il fascicolo presente – oltre all’apporto del responsabile del Progetto (fc) – ha visto il contributo di Nicolò Cassanello e Rosella Ricci (già autori di altre ricerche del Progetto) e di Giuliano Cerutti, profondo conoscitore della storia locale. Un ringraziamento particolare va al Comune di Spotorno per il patrocinio ed il sostegno all’iniziativa.
Geografia del territorio comunale di Spotorno
I confini comunali attuali di Spotorno, i principali toponimi geografici (in corsivo minuscolo) e gli insediamenti principali (in maiuscolo). Tutti i toponimi sono indicati con la grafia attuale.
Il territorio di Spotorno si affaccia sull’ampia insenatura racchiusa tra il capo del Maiolo, a Oriente, e la punta del Vescovado, a Occidente. Confina con il Comune di Bergeggi lungo il fossato della Miranda e i crinali del monte Mao; con Vado Ligure per la dorsale del Trevo e della Berba; con Vezzi Portio lungo il pendio che dal bricco della Berba giunge alla località Croce di Spotorno; con Noli per il bricco delle Rive e il reticolo idrografico della Torbola. Racchiude i bacini imbriferi dei torrenti Coreallo e Crovetto e del rio Canino, che confluiscono vicino alla foce in un’unica asta fluviale.
I caratteri fisio-geografici di quest’area sono tipici della fascia ligure marittima, con le colline che nascono dal mare nella zona di levante, una poco estesa piana alluvionale verso ponente ed esigui bacini idrografici a carattere torrentizio che portano a una frammentazione valliva del territorio.
La posizione sulla riva del mare e la sua lunga spiaggia sabbiosa hanno contribuito fin dagli inizi del secolo scorso a renderla una affermata località turistica.
La spiaggia di Spotorno (autunno 2015, fotografia di Rosella Ricci)
Pur dopo le evidenti trasformazioni urbanistiche del dopoguerra, Spotorno conserva ancora nel suo centro storico la tipica struttura del borgo marinaro, con stretti carruggi che collegano il doppio percorso viario interno, parallelo alla ripa maris, e di cui uno assume la caratteristica del “carruggio dritto”, così presente nell’urbanistica medievale ligure.
La popolazione, rimasta per lungo tempo stabile (dai 1.271 abitanti del 1805 ai 1.321 del 1901), ha conosciuto una forte crescita demografica nel secondo dopoguerra con le 2.405 unità del 1951 e le 3.900 del 2014.
Evoluzione storica e amministrativa del territorio di Spotorno
Nella storia di Spotorno le dinamiche insediative, non ancora ben definite, sembrano indicare la zona del castello come possibile primo insediamento già in epoca Romana. L’indizio si ricava attraverso la fissazione nel prediale Martignana dal nome del possibile proprietario di un esteso fondo rustico, situato nella sottostante zona pianeggiante intorno alla collina del Castrum, e da altri due interessanti toponimi, Preda Pagana e Teuro.
Alla luce della ricerca toponomastica si percepisce in età basso medioevale, tra i secoli XII e XIII, un popolamento dell’area spotornese con il formarsi di siti stabili intorno ad alcuni nuclei demici. I suoi abitanti, accanto a una vocazione marinara sempre presente, intraprendono un’ampia trasformazione del territorio attraverso la tecnica del ronco, che porta a un utilizzo delle risorse boschive legato al nemus dell’Illiceta e al bosco di Spotorno. Esemplificativo è l’uso nell’impianto della vite dei pali de brugo, un’essenza arborea assai diffusa nel territorio boschivo spotornese, al posto delle carasse di castagno selvatico usate nelle limitrofe valli del Segno e del Quiliano.
Ipotesi sulla localizzazione dei toponimi dei boschi dell’Iliceta/Eliceta e di Spotorno secondo il documento del 20 gennaio 1189. La trascrizione dei toponimi è puramente indicativa.
In epoche successive, dai documenti notarili sembra inoltre emergere un forte interesse per lo sfruttamento delle pendici collinari più acclivi con coltivazioni a terrazze.
Spotorno compare per la prima volta nel 1141 in una bolla di papa Innocenzo II come possesso del vescovo di Savona. La bolla papale conferisce la protezione della Santa Sede al monastero di Sant’Eugenio sull’isola di Bergeggi (donato nel 992 ai monaci di Lérins dal vescovo Bernardo), ne conferma i beni e vi lega la decima della villa di Spotorno.
Il possesso di questa terra da parte del vescovo di Savona, ancora in parte da indagare nella sua genesi, potrebbe derivare da acquisizioni territoriali finalizzate alla difesa dei nodi strategici della viabilità medievale sugli antichi tracciati romani (vedi il possesso vescovile di Tiassano e Morosso lungo la consolare Aemilia Scauri), oppure essere riconducibile a un’espansione del potere temporale dell’episcopatus Saonensis nel periodo di passaggio dai marchesi Aleramici ai Del Carretto.
Resta da sottolineare come il possesso vescovile di ampi territori attorno a Savona abbia inciso sul loro aspetto giuridico-amministrativo e abbia contribuito a formare la nascita nell’economia savonese di nuovi interessi, con la creazione di un mercato posto nella Braida vicino a Tiassano, con lo sviluppo di scambi commerciali tra le aree marittime e l’entroterra albese, e la crescita di nuove forze sociali, come il ceto dei mercanti marinai o dei mercanti mulattieri che proprio in questo periodo si stanno formando e che diventeranno attori nei cartulari notarili dei secoli seguenti.
A Spotorno, dove già nel 1182 si trova un Johannes gastaldus de Spolturno, il vescovo ha il possesso della villa e di un castello costruito nel corso del XII secolo, ovvero un palacium sive castrum, che rappresenta non solo l’edificio castrense, ma l’espressione formale del diritto di signoria e dominio. Il castello e il borgo subiranno nel 1220 e nel 1227 un attacco da parte di Noli e Segno, con conseguenti gravi distruzioni.
Spotorno, Torre d’Ere (collezione Giuliano Cerutti)
Nel 1337 papa Benedetto XII concede al vescovo savonese di esercitare la giurisdizione ecclesiastica sugli abitanti di Spotorno, a quel tempo già legati alla diocesi di Noli.
Nel 1385, per pagare un debito con i Genovesi che lo hanno liberato dall’assedio in Nocera, Spotorno viene ceduta da papa Urbano VI alla Repubblica di Genova, che la comprenderà nella Podesteria della Costa dei Vadi.
Dalla metà del secolo XVI diventa sede di un podestà locale con giurisdizione in materia civile, soggetto al governatore genovese, e nel 1582 riesce a ottenere una qualche forma di autonomia attraverso i Capitoli della Magnifica Comunità di Spotorno.
Dalla parrocchia di Spotorno, ecclesiasticamente appartenente in antico alla diocesi di Savona e poi a quella di Noli, viene smembrato nel 1747 il territorio di Tosse con l’erezione in parrocchia autonoma.
Vicolo del borgo marinaro di Spotorno (fotografia di Rosella Ricci)
Con la caduta nel 1797 della Repubblica di Genova il territorio di Spotorno entra a far parte del Dipartimento del Letimbro all’interno della Repubblica Ligure.
Capoluogo di Cantone nel 1798 nella Giurisdizione di Colombo, dal 1803 è compreso nel Cantone, poi Mandamento, di Noli. Annesso all’impero francese, viene inserito nel Dipartimento di Montenotte (1805-14). Nel 1815 è inglobato nel Regno di Sardegna e successivamente, nel 1861, nel Regno d’Italia.
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Il paese ha vissuto nel tempo sulla forza lavoro dei marinai, su vivaci scambi marittimi, sulla costruzione di navi, sulla pesca, sulla produzione di calce e su un’agricoltura che oltre alle zone della piana ha convertito a fasce gran parte del territorio collinare. Ancora in epoca napoleonica viene segnalata la presenza di mulini e frantoi azionati dal vento o dalla forza umana.
Spotorno, via Garibaldi (collezione Giuliano Cerutti)
La sovrapposizione degli insediamenti e la trasformazione del centro storico hanno cancellato o reso difficile la lettura delle antiche strutture abitative: rimangono tuttavia sul territorio numerosi edifici di intatto valore storico-architettonico.