Il Progetto Toponomastica Storica ha ormai concluso l’analisi del territorio del comune medievale di Savona e si è allargato alla Liguria ed al basso Piemonte. Il primo Comune esaminato è stato Quiliano, servito da modello per i successivi lavori. A Quiliano è infatti presente un ricercatore (Nicolò Cassanello) che, oltre a conoscere il territorio dal punto di vista storico-archeologico, possiede una formazione archivistica tale da aiutarci a verificare sul campo quanto avevamo già impostato sulla carta e nei suoi obbiettivi.
I fascicoli successivi sono stati conseguenti: in ogni località è stato coinvolto colui che meglio conosceva il territorio, avesse già effettuato ricerche sufficientemente approfondite e disponesse di una rete sufficiente di informatori affidabili. Per il levante savonese e per l’oltregiogo ha collaborato a molti fascicoli Giovanni Venturi che ben conosce le Albisole, i loro dintorni e l’entroterra; la valle Bormida è coperta soprattutto da Stefano Mallarini e dal nostro attuale presidente, Carmelo Prestipino.
La maggiore città fino ad ora trattata, Savona, ha richiesto un lavoro supplementare per l’abbondanza dei materiali disponibili ma è anche il luogo che, per nostra tradizione associativa, meglio conosciamo e dove è stato particolarmente facile reperire collaborazioni.
La valle Tanaro ed il Monregalese
Il salto “regionale” (valle Tanaro e Monregalese, provincia di Cuneo) è avvenuto in virtù della particolare ricchezza archivistica locale e per la presenza di ricercatori che avevano già effettuato alcune ricerche-base. La particolare sensibilità mostrata dalle amministrazioni locali ha permesso un proficuo lavoro che si spera darà ulteriori frutti.
La disponibilità organizzativa del Fondo Storico Alberto Fiore di Garessio, nella persona del suo presidente Sebastiano Carrara, ci ha messo in contatto con altre realtà locali radicate ed affidabili. Inutile sottolineare come il basso Piemonte e la Liguria siano aree strettamente legate e quindi sia indispensabile uno studio congiunto di esse per raggiungere un grado accettabile di comprensione dei fenomeni storici comuni.
La Riviera di Ponente
Altri obbiettivi territoriali riguardano il ponente ligure (province di Savona ed Imperia), in particolare i luoghi dove esistono fondi archivistici locali promettenti. Si tratta di almeno una ventina di comuni in cui sono conservati alcuni tra i registri catastali più antichi della Liguria: i primi catasti di Albenga, Taggia, Dolceacqua e Balestrino sono del XV secolo, mentre a Zuccarello, Ventimiglia, Pieve di Teco, Toirano, Sanremo, Diano sono segnalati registri a partire dalla prima metà del XVI.
Sporadicamente e “su chiamata” stiamo lavorando in luoghi più lontani, ad esempio a Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti, per la cui decisione hanno agito contemporaneamente tre fattori fondamentali: fonti catastali antiche, ricercatori disponibili ed un aiuto organizzativo della comunità locale attraverso i suoi amministratori. Tra l’altro reputiamo utile tale lavoro su basi territoriali “lontane” per affinare le tecniche di raccolta dei dati e di studio del territorio.
La Riviera di Levante
Come ulteriore campo di studio e previa verifica dei tre fattori concomitanti che abbiamo posto alla base del nostro lavoro (catasti antichi, ricercatori affidabili ed amministrazioni locali collaborative), contiamo di ampliarci verso le altre due province liguri (Genova e La Spezia).
Per quanto in nostra conoscenza, la situazione documentaria è meno favorevole di quelle che abbiamo già indicato: sono infatti segnalati negli inventari pubblicati non più di una decina di fonti catastali del XVI-XVII secolo (tra i più antichi Arcola, Bolano, Chiavari e Bargagli, tralasciando l’immenso numero di fonti di Genova).
Fino ad oggi abbiamo effettuato solamente alcuni sondaggi nella Riviera di Levante: ci farebbe piacere essere smentiti e scoprire una ricchezza archivistica tale da permettere i lavori approfonditi che auspichiamo.
I curatori
Ad oggi, luglio 2017, tutti i fascicoli (37 pubblicati) sono stati curati dal responsabile del Progetto (Furio Ciciliot) e, fino al numero 19, dal compianto Francesco Murialdo. Gli altri curatori sono stati, in ordine alfabetico:
– Daniela Andreoni (fascicoli 7,18)
– Ernesto Renato Arri (11)
– Pietro Baccino (25)
– Marco Bianco (33)
– Mauro Bico (30)
– Valentina Carotta (24)
– Sebastiano Carrara (19,21)
– Nicolò Cassanello (1,7,13,18,20,23,32)
– Maria Castagnino (34)
– Giuliano Cerutti (32)
– Mario Damele (11)
– Enzo Errani (24)
– Elvio Lavagna (12)
– Stefano Mallarini (2,5,10,16,22)
– Antonello Merialdo (36)
– Gino Minutolo (12)
– Giuliano Moggio (17)
– Giovanni Murialdo (12)
– Riccardo Musso (8,25)
– Giammario Odello (21)
– Alberto Oggerino (28)
– Maria Grazia Orlandini (27)
– Roberto Pastorino (12)
– Giuseppina Pellosio (26)
– Carmelo Prestipino (2)
– Rosella Ricci (13,32)
– Stefano Roascio (30)
– Angelo Salmoiraghi (23)
– Massimo Sangalli (23)
– Giovanni Mario Spano (12)
– Mirco Tarditi (29)
– Franca Vadda (35)
– Giovanni Venturi (3,4,6,8,9,14,15).